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Mente ESG: la concretezza nel mondo in cambiamento

Di Giovanni Frangi, Senior Manager di Excellence Education

Il mondo dell’economia nell’ultimo biennio è stato attraversato da cambiamenti che hanno spostato il focus da tematiche essenzialmente legate al profitto, ad argomentazioni, certamente di guadagno, ma con punti d’attenzione diversi. Il mondo si è aperto alle tematiche ESG, cioè ad aspetti del business che tengono conto anche di elementi quali l’ambiente, le dinamiche sociali e i principi di gestione delle aziende.

È ormai appurato che questo cambiamento non è di carattere temporaneo e, anzi, modificherà profondamente il nostro modo di vivere; chi si ostina a considerarlo una moda passeggera che, come è apparsa, svanirà, è destinato a rimanere indietro rispetto ai tempi.

Il punto di svolta per calare la sostenibilità dai tavoli di confronto delle istituzioni alla vita reale sta nello sviluppare una mente ESG, portare cioè i driver motivazionali che guidano i comportamenti a includere questo nuovo paradigma e metterlo in pratica quotidianamente nelle piccole azioni.

Ma in che modo una mente, cresciuta in un intreccio di abitudini ripetute e radicati fattori culturali, sociali ed emotivi, può virare verso l’ESG?

La modalità più semplice perché ciò avvenga consiste nel considerare l’acronimo da un punto di vista motivazionale e comportamentale, piuttosto che teorico.

  • Environmental

L’attenzione all’ambiente non è solo relativa al mondo che ci circonda, dalle abitudini di consumo, dalle modalità con cui usiamo le risorse. Tutto questo è vero, ma ha senso se viene esteso in maniera globale ad ogni aspetto della vita. È ambiente il mondo che attraversiamo con la nostra esistenza, dagli aspetti lavorativi, a quelli personali, sociali, di impegno. Il mondo che ci circonda si inquina se costruiamo relazioni tossiche, se nel nostro ambiente di lavoro non agiamo una leadership inclusiva, se non siamo orientati, da un punto di vista comportamentale, verso la costruzione di un ecosistema non distruttivo che generi emozioni positive a chi ci circonda.

Avere una mentalità Environmental vuol dire ripensare i propri comportamenti e le proprie relazioni per metterle al servizio di un ambiente più sano e sostenibile.

  • Social

Cosa succede attorno a noi? Come includiamo chi frequentiamo, chi incontriamo? L’inclusione non è un fattore di moda, ma una modalità di vita che ci permette di guardare le persone con uno sguardo nuovo, attento. L’aspetto sociale è quello che ci permette di costruire un ambiente produttivo, piacevole, trasparente, libero da inquinamenti.

Arrivare ad avere una mente Social è dunque un percorso profondamente legato ai valori personali, che può alla quale si può arrivare esercitandosi nell’attenzione, nella capacità di ascoltare, di non giudicare, di accettare il punto di vista dell’altro, per creare un contesto sociale produttivo, piacevole e trasparente per tutti.

  • Governance

La Governance riguarda principi e procedure relative al governo di una società.

Potrebbe sembrare, tra i tre, il fattore più distante dalla nostra vita quotidiana ma, in realtà, è anch’esso strettamente correlato nella forma delle regole.

Le regole che ci diamo sono quelle che ci determinano, che ci rendono inclusivi e ci permettono di creare un ambiente di valore. Come costruiamo le regole? Il processo deve essere figlio del mondo che vogliamo costruire. Le motivazioni e il perché agiamo determinati comportamenti devono evolversi dal: “Mi comporto così perché sono fatto così” (perché in entrata) al: “Mi comporto così perché sono interessato a vedere mondi nuovi” (perché in uscita).

Una mente orientata alla Governance sceglie di porsi regole che rispecchino il mondo che si desidera vivere lavorando sulla motivazione interna per vedere un cambiamento esterno.

Cosa produce quindi una mente ESG?

La prima e forse più immediata risposta è: “Un mondo migliore”.

Un mondo migliore è un ambiente che tiene conto degli altri, che non alza la temperatura in inutili scontri, che non brucia energie per ottenere risultati utili solo al profitto di pochi, che non inquina le acque spargendo i veleni del pregiudizio.

Un mondo di persone con la mente aperta all’inclusione, convinte che la diversità porti crescita e non perdita di identità, che l’attenzione alla difficoltà altrui non sia segno di debolezza, ma grande forza d’animo.

Un mondo in cui vengono stabilite regole semplici che nascono dalla condivisione e non dalla separazione, che non abdicano ai valori del più potente, ma affermano la forza del gruppo contro la volontà del singolo.

Un mondo che fonda le sue radici in una mentalità ESG capace di generare enormi cambiamenti partendo dalle piccole azioni concrete.

Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Segnalazione

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