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Anche la consulenza vira sulla sostenibilità

Sul numero di ottobre del mensile Advisor è presente la seguente intervista al nostro CEO Maurizio Primanni e a Marco Tofanelli di Assoreti che genera delle riflessioni sul tema ESG nel contesto di Mifid 2 e sulle sue conseguenza nella consulenza finanziaria.

La revisione della MiFID II, in vigore dal 2 agosto, obbliga i consulenti finanziari a considerare le preferenze ESG dei clienti. Se l’investitore è interessato alla sostenibilità, i professionisti devono proporre fondi che hanno una percentuale minima di investimenti ESG, come definito dal Regolamento europeo 2019/2088 Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) o dalla Tassonomia Ue per la finanza sostenibile. Ma più che sui clienti l’impatto delle nuove norme sarà sui consulenti finanziari. Ma cosa significa per la categoria l’adozione di questi nuovi emendamenti? ADVISOR lo ha chiesto a Marco Tofanelli segretetario generale di Assoreti e neo vice presidente di OCF, e a Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting. Per Tofanelli è “essenziale una premessa. Le tematiche ESG sono da tempo al centro delle priorità di azione delle reti associate ad Assoreti. Un’attitudine consapevole prima, oltre la normativa, tanto che l’associazione, già nel 2019, ha deciso di modificare il Codice di Comportamento inserendo, oltre l’adeguamento normativo, riferimenti ai criteri ESG; un processo poi, testimoniato nei numeri da una recente ricerca – svolta con McKinsey – secondo la quale, già a partire dalla scorsa primavera, il 44% delle reti associate risultava allineato a quanto previsto oggi da MiFID II”.

Secondo Primanni “la nuova normativa si inserisce nel contesto del green deal dell’Unione Europea, che mira a diventare il primo continente a emissioni zero entro il 2050, puntando su sostenibilità, digitalizzazione e inclusione sociale. Per raggiungere tale obiettivo sono stato stanziati 750 miliardi di curo. Va detto che prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina hanno incrinato la linearità del percorso per arrivare al traguardo. La finanza, il cui valore ammonta a dieci volte il PII, del mondo, non poteva essere esclusa da tale paradigma”.


In questo scenario, “ancor più con l’impatto della normativa entrata in vigore, c’è da dire che le reti svolgono un ruolo importante e hanno una grande responsabilità: garantire il ‘matching’ tra le preferenze dei clienti in materia di sostenibilità e le caratteristiche ESG dei prodotti finanziari, secondo un processo peculiare. Intanto, nella fase di acquisizione e valutazione delle informazioni relative agli obiettivi di investimento del cliente, il consulente acquisisce anche le eventuali preferenze di tipo ESG (in aggiunta a quanto già previsto circa gli aspetti di natura finanziaria quali l’holding period, le preferenze in materia di rischio e le finalità dell’investimento)” continua il segretario generale di Assoreti. In un secondo momento, “ovvero dopo aver individuato una gamma di prodotti adeguati in base ai `tradizionali` criteri di conoscenza ed esperienza, situazione finanziaria e obiettivi di investimento, vengono identificati i prodotti che soddisfano anche le preferenze ESG del cliente. Per l’ipotesi in cui nessuno strumento finanziario soddisfi le sue preferenze di sostenibilità, il cliente può ‘adattare’ le proprie preferenze; resta comunque ferma la necessità di non raccomandare strumenti finanziari come rispondenti alle preferenze di sostenibilità di un cliente o potenziale cliente se detti strumenti non le soddisfano. Normativa flessibile, dunque, che presuppone formazione di qualità e tecnologia, fattori chiave per perfezionare la selezione e offerta al cliente in un’ottica di consulenza evoluta che tenga presente anche aspetti quali monitoraggio e tracciamento dei rischi. Alla base, è evidente che trasparenza e serietà nella condivisione delle informazioni giocheranno un ruolo fondamentale” prosegue Tofanelli. “Un assunto conclude Tofanelli – che dovrà essere accolto da tutti gli operatori coinvolti, a partire dalle imprese, perché la considerazione dei prodotti si diriga
verso l’effettiva trasformazione dei risparmi in investimenti sani e green per il Paese”.

“L’opportunità maggiore – continua il ceo di Excellence Consulting – che può cogliere il mondo della finanza è quello di ancorare la consulenza ad un nuovo parametro di servizio al cliente. Si tratta di un’evoluzione importante, se consideriamo che, in sintonia con lo sviluppo della normativa MiFID, già da tempo si è svincolato il servizio del consulente dalla mera performance del portafoglio per tenere conto anche della gestione del rischio. Ora a questo si aggiunge anche il requisito della sostenibilità. Ne deriveranno altri vantaggi. La finanza, e in senso lato il capitalismo, dovranno avere un atteggiamento più consapevole, meno autoreferenziale; dovranno tener conto dell`interesse del pianeta e del futuro delle prossime generazioni nella determinazione dei portafogli di investimento. Ultimo ma non meno importante, i consulenti per costruire dei portafogli sostenibili parleranno di ESG ai propri clienti, stimolando in tal modo la loro sensibilità verso la costruzione di un mondo più sostenibile.”

“Questo cambiamento – sostiene Primanni – determina delle problematiche notevoli per i consulenti e le banche. Si tratta di allestire un sistema di nuove metriche, tassonomie, reporting e letture dei prodotti finanziari. Sarà necessario approntare strumenti, infrastrutture, competenze, interventi formativi e di adeguamento organizzativo. Le istituzioni finanziarie sapevano già che si sarebbero confrontate con queste esigenze, ma l’emergenza pandemica ha fatto dirottare investimenti, risorse ed energie verso altri ambiti.”

“Il legislatore – spiega Primanni – introducendo una sorta di deroga all’adesione ai soli criteri ESG, è come se riconosca inconsapevolmente la difficoltà di raggiungere la meta, per tutta la serie di ragioni che abbiamo detto. Proprio per la complessità della materia, anche questa seconda opzione risulta difficoltosa, come sostiene Morningstar, gli indicatori PAI individuati sono 64, su 18 dei quali gli intermediari sono tenuti a rendere conto, mentre sugli altri 46 possono procedere su base volontaria. Nel perimetro della disclosure obbligatoria sono previste materie come le emissioni di carbonio, l’esposizione ai combustibili fossili, le misurazioni sulla quantità di rifiuti generata, la diversità di genere, i diritti umani, i dati sulla corruzione e via dicendo. Nel breve e nel medio periodo la soluzione nei confronti di quel cliente che scelga per questa seconda possibilità è proporre soluzioni non tanto a livello dei singoli prodotti ma di asset manager. I consulenti finanziari e le banche conoscono bene quali sono gli attori che hanno storicamente più esperienza o che per primi si sono specializzati sulle tematiche ESG”.

“In una seconda fase, più sul lungo periodo, quel cambiamento organizzativo e comportamentale consentirà al consulente e alle banche di focalizzarsi anche sul dettaglio del prodotto a prescindere dalla fabbrica”, conclude il ceo di Excellence Consulting.

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Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Segnalazione

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