Di Maurizio Primanni, CEO di Excellence
Le compagnie possono ottenere rendimenti migliori tramite i prodotti assicurativo-finanziari
alternativi, un’area su cui si stanno muovendo bene le banche
Le compagnie stanno prendendo atto del fatto che debbono gestire al loro interno prodotti alternativi (illiquidi), che creino rendimenti adeguati per la clientela e mantengano quindi attraenti i prodotti assicurativi finanziari. Una tendenza che nasce, a dire il vero, più come reazione alle iniziative da parte di alcune banche, che maggiormente si stanno muovendo su questo fronte e che, come abbiamo visto più volte, sono tanta parte, e lo saranno tanto più in futuro, della concorrenza per le compagnie assicurative. Questo cambiamento non è però interiorizzato come necessario. Anzi, esiste più di un ostacolo, vuoi per la storia delle logiche di investimento delle compagnie, vuoi per i limiti di know-how nella gestione degli investimenti alternativi, vuoi anche per il management che in alcuni casi non si è mostrato sufficientemente deciso sull’argomento. Vediamo di capire meglio. Storicamente le compagnie costruiscono prodotti che coprono rischi attraverso una gestione mutualistica. Tuttavia, di recente il business che per loro è cresciuto più velocemente è stato quello dei prodotti con sottostante finanziario. Quest’ultimo si sposterà sempre più spesso nel futuro verso portafogli con mattoncini alternativi. Ecco perché le compagnie dovranno dare vita a prodotti assicurativo-finanziari, con linee di investimento anche alternative. C’è poi il problema della ricerca di rendimenti sugli asset finanziari della compagnia: anche per questo i prodotti alternativi possono tornare utili.
Rendimenti nel medio periodo
Finora i sottostanti delle polizze assicurativo-finanziarie e gli asset delle compagnie sono stati spesso investiti per la maggior parte in titoli di Stato. È evidente che, in un contesto economico di tassi zero o negativi, questi titoli non possono più assicurare i rendimenti del passato. Di qui la necessità di puntare sugli investimenti alternativi (private equity, private debt, real estate), che richiedono un immobilizzo del capitale investito (sono infatti detti anche investimenti illiquidi), ma che possono dare importanti rendimenti nel medio periodo, almeno oltre cinque anni. Il mercato finanziario nel futuro sarà sempre più ricco di siffatti prodotti, ma le compagnie spesso non hanno al loro interno le competenze adatte e adeguati modelli organizzativi per gestirli. Servono nuovi strumenti e cambiamenti comportamentali, organizzativi e formativi. Intanto, alcune compagnie già hanno iniziato a percorrere questa strada. Si pensi a Eurizon Capital Real Asset sgr, operativa da fine 2019: partecipata al 51% da Eurizon Capital sgr e al 49% da Intesa Sanpaolo Vita, si propone come polo di competenza negli investimenti alternativi e si occupa dell’istituzione e della gestione di FIA (fondi di investimento alternativi), destinati alla clientela della divisione insurance del gruppo Intesa Sanpaolo, oltre che agli investitori istituzionali, ai family office e agli Hnwi (high net worth individual).
Questo articolo è stato pubblicato sul n.1726 del 01/04/2020 di Insurance Daily.
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