La congiuntura che vede al contempo l’incertezza dell’economia – dal caro energia all’inflazione fuori controllo – e l’aumento dei tassi, se da un lato ha depresso il valore di mercato dei titoli finanziari e conseguentemente anche la valutazione delle Reti quotate, Banca Mediolanum, Fineco Bank, Banca Generali e Azimut (-20% in media il Price to Book Value a fine settembre 22 vs. fine settembre 21), dall’altra parte non sembra avere influito in modo così determinante sui ricavi delle stesse: +3,8% in media il Margine di Intermediazione a fine settembre 22 vs. fine settembre 21.
Confrontando i dati delle quattro quotate del terzo quarto 2022 con quelli del terzo quarto 2021, il margine di intermediazione è in crescita per tre su quattro: Azimut (+22,6%, pari a +103,0 M.ni), Fineco (+9,3%, pari a +47,3 M.ni), Mediolanum (+6,8%, pari a +70,2 M.ni). Gli Assets amministrati e gestiti sostanzialmente tengono (in media -3%), mentre la Raccolta Netta rimane positiva, seppur su valori inferiori rispetto allo scorso anno (in media -25%). È quanto emerge da una ricerca realizzata da Excellence Consulting che oggi trova ampio spazio sulle testate di settore, tra cui anche Il Sole 24 Ore.
Nel dettaglio dello studio sulle quattro Reti di consulenti finanziari presenti nel listino della Borsa milanese messe a confronto, tra 3Q22 e 3Q21 interessante l’andamento del margine di interesse che tende a crescere per tutte: Banca Generali (+34,7% pari a +22,7 M.ni); Banca Mediolanum (+18,3% pari a +47,2 M.ni), Fineco Bank (+13,5% pari a +25,1 M.ni). Il dato delle commissioni nette invece registra per tutte un dato positivo: Azimut (+21,3% pari a +99,6 M.ni), Fineco Bank (+6,8% pari a +22,2 M.ni), Banca Mediolanum (+3% pari a +23,0 M.ni), con l’esclusione di Banca Generali (-31% pari a -162,0 M.ni).
“Dalla nostra analisi – afferma Maurizio Primanni, CEO Excellence Consulting – emerge un quadro sorprendente. Infatti, malgrado tra 3Q22 e 3Q21 la situazione in termini di contesto di mercato sia enormemente mutata, tuttavia, le reti quotate hanno mantenuto la capacità di generare ricavi, dimostrando una buona resilienza. La stessa cosa, tuttavia, non si può dire delle valutazioni di tali aziende che in media nel periodo considerato in termini di Price to Book Value si sono ridotte di oltre il 20%, con anche aziende notoriamente valorizzate dal mercato come Fineco Bank, che pur avendo fondamentali positivi sia in termini di crescita del margine di intermediazione sia dell’utile netto, nondimeno, hanno perso valore. A nostro parere a pesare è soprattutto l’aumento dei tassi, che genera anche un innalzamento del saggio di remunerazione atteso dagli investitori. Un meccanismo che finisce per deprimere le quotazioni anche delle aziende che hanno fondamentali positivi. È importante prendere atto di tale elemento e conseguentemente agire per attivare nuovi motori di crescita a partire da quelli legati alla generazione del margine di interesse.”