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Remote Leadership: come gestire un team a distanza

di Lara Scalvinoni, Associate Manager di Excellence Education

In un mondo professionale che continua a convergere sul lavoro da remoto, diventa centrale imparare la Remote Leadership

Lavoro ibrido, smart working, remote working, sono tutte espressioni che sempre più caratterizzano il mondo del lavoro attuale e che lo stanno profondamente ridefinendo.

Il processo di disruption tra lavoro in ufficio e lavoro da remoto, iniziato con la pandemia da Covid-19 del 2020, non è affatto destinato a fermarsi, anzi. Stando a una ricerca di Buffer, azienda che analizza i trend sociali e lavorativi in tutto il mondo, il 98% delle persone probabilmente preferirebbe lavorare da remoto per tutta la vita. E, ancora, secondo Upwork, si prevede che il 73% di tutti i settori avrà dipendenti a domicilio o liberi professionisti entro il 2028.

Come sempre, però, c’è anche l’altra faccia della medaglia da considerare, quella degli ostacoli a cui i lavoratori da remoto sono sottoposti: secondo diversi report,ai primi posti troviamoil senso di isolamento, la complessità della comunicazione e la difficoltà a staccare la spina a fine giornata.

Se è quindi chiaro che il modo di lavorare all’interno di un team cambia se si svolge a distanza, è altrettanto evidente che a evolvere deve essere anche la figura alla guida questo team, ovvero il remote leader.

Da una parte il perimetro dei compiti del leader non cambia, rimanendo in linea generale quello di delegare compiti, definire obiettivi e motivare i propri collaboratori. Dall’altra parte a cambiare, o meglio, ad adattarsi, deve essere lo stile di leadership.

Quali sono, dunque, le strategie che un leader da remoto deve mettere in atto affinché il proprio team continui a lavorare in maniera efficace a distanza, mantenendosi sano e felice?

1. RENDERE LA COMUNICAZIONE CHIARA E SEMPLICE

Per farlo è necessario trovare un equilibrio tra modalità di comunicazione sincrone e asincrone, scegliendo lo strumento più adatto all’informazione da veicolare.

Ad esempio, è sicuramente utile fissare dei momenti settimanali o mensili con tutto il team e incontri regolari one-to-one attraverso video call, ma non sempre questo è l’unico canale per comunicare. Pensiamo alla cosiddetta “fatica da schermo”: prestare attenzione durante una video chiamata richiede molta più fatica rispetto a un incontro di persona, essendo più difficile processare i segnali non verbali dell’interlocutore.

Occorre quindi valutare la portata del messaggio che vogliamo comunicare e il tempo di risposta richiesto: per una comunicazione formale che non richiede interazione o immediata risposta si potrebbe optare per una mail o, al contrario, per un messaggio di aggiornamento a cui far seguito in tempo reale si potrebbe utilizzare un tool di instant messaging.

2. DEFINIRE OBIETTIVI E ASPETTATIVE Se questa strategia è sempre valida, lavoro da remoto o meno, risulta ancora più essenziale in un contesto spesso domestico in cui le distrazioni sono dietro l’angolo: dichiarare quali sono gli obiettivi da raggiungere e inserirli in una precisa programmazione utilizzando un tool di project management fa in modo di impostare.

il mindset del team a un livello professionale e, trasmette il senso di lavorare insieme, anche se fisicamente isolati.

Inoltre, il focus passa sempre più dalle attività ai risultati: non potendo infatti controllare costantemente se tutti stanno facendo il proprio dovere con un semplice salto alla scrivania, il remote leader dovrà principalmente valutare la consegna dei risultati, lasciando al lavoratore, laddove possibile, la libertà e la flessibilità di come questi vengono raggiunti. Ecco perché è essenziale chiarire cosa ci si aspetta esattamente e definire il flusso operativo all’interno del quale il team può confrontarsi, fare domande, chiarire dubbi e aggiornarsi.

Ancora più di prima, gli obiettivi devono dunque essere SMART, ovvero specific, measurable, achievable, relevant e time-bound.

3. COSTRUIRE FIDUCIA

Presupposto affinché il focus del lavoro, come abbiamo detto, si sposti sul risultato è la capacità del remote leader di costruire la fiducia all’interno del team. Per farlo, il segreto è dare più autonomia.

Anche se potrebbe sembrare controproducente, delegare più compiti o mettere in condizione i membri del team di assumersi più responsabilità su tempi e metodi di lavoro fa sì che questi si sentano più valorizzati, aumenta il loro senso di appartenenza, li motiva a eccellere e a prendere di più l’iniziativa, portandoli a loro volta a fidarsi del leader. Quest’ultimo, quindi, non abbandona il suo team: rimane sempre in contatto, non attraverso un estenuante micromanaging, ma fornendo guida e supporto quando necessari.

4. CREARE OCCASIONI DI SOCIALIZZAZIONE

Per superare una delle sfide principali per un lavoratore a distanza, quella della disconnessione sociale, e rendere il remote working più sostenibile, è fondamentale che il leader crei delle occasioni di socializzazione che vadano al di là dei confini progettuali.

Via libera quindi alle chat informali, ai coffee break virtuali o a due chiacchiere extra lavorative prima di passare all’agenda ufficiale di una video call: tutti momenti per ricaricare le batterie in cui i discorsi strettamente legati al lavoro devono essere ridotti al minimo, ma che allo stesso tempo potrebbero far nascere nuovi spunti e idee. È in queste occasioni che il leader mostra genuinamente di tenere al suo team.

5. STABILIRE CONFINI VITA-LAVORO

Un’altra difficoltà del lavoratore da remoto è quella di tenere divisi vita e lavoro. Stabilire dei confini, dei guardrail, tra le due dimensioni è vitale per creare una ambiente di lavoro sano ed evitare il burn out.

Oltre ad assicurarsi che tutti nel suo team siano riusciti a ritagliarsi uno spazio in cui lavorare e che abbiano a disposizione gli strumenti necessari, il leader deve essere il primo a incoraggiare questa separazione tra vita privata e lavoro: per esempio, pur muovendosi con flessibilità all’interno del tradizionale orario di ufficio, ognuno con una propria routine di cui gli altri devono essere a conoscenza, deve stabilire quali sono le ore lavorative condivise da tutti in cui poter collaborare, salvaguardare il momento della pausa pranzo e definire un orario di stop definitivo, oltre al quale non rispondere più alle mail.  

6. CELEBRARE I SUCCESSI

Con il lavoro da remoto viene spesso a mancare anche l’immediato riconoscimento dei traguardi. Compito del remote leader è quello di fare in modo che questi momenti non vengano persi: i risultati raggiunti vanno quindi celebrati attraverso, per esempio, mail pubbliche a tutto il team, messaggi nella chat di gruppo o, ancora, apprezzamenti durante le video call. In questo modo si creerà un clima positivo che motiverà a fare sempre meglio.

La nuova sfida del remote leader è questa: da un lato utilizzare in modo efficace la tecnologia e dall’altra saper gestire nuove dinamiche interpersonali. Perché guidare un team a distanza è sì diverso, ma può essere altrettanto efficace.

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Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Segnalazione

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