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Maurizio Primanni su Affari & Finanza: “Gli istituti di credito puntano da tempo sulle commissioni: così possono mantenere un buon livello di Roe”

Articolo di Adriano Bonafede pubblicato il 08/07/2024 su Affari e Finanza, l’inserto di Repubblica

Il 2023 sarà ricordato come un anno davvero speciale per le banche e per le assicurazioni. Sia le une che le altre, infatti, hanno raggiunto una redditività record e lo hanno fatto simultaneamente, come mai era accaduto in anni recenti. Secondo la Banca d’Italia, il Return on equity (Roe) delle imprese creditizie ha raggiunto la percentuale del 12,3%, mai vista nell’ultimo decennio. Secondo l’Ivass, il Roe delle compagnie è arrivato al 10,5%: un successo per molti versi inatteso dopo il misero 3,2% del 2022, un annus horribilis segnato dalla crisi di Eurovita e dalla fuga dalle polizze vita. E un dato solo terzo nell’ultimo decennio dopo il 2019 (12,3%) e il 2010 (11,6%).

Va subito detto che il modo di calcolare questo indice di redditività è diverso per i due settori, ragion per cui non sono direttamente confrontabili fra di loro. I tecnici spiegano che dal 2005 le banche utilizzano i principi contabili internazionali Ias, laddove invece le compagnie usano i principi contabili nazionali. Ma c’è di più: per le compagnie il metodo di calcolo usato dall’Ivass, l’organo di vigilanza, è diverso da quello calcolato dall’Ania, l’associazione delle imprese. Le differenze sono comunque marginali, soltanto qualche decimale di punto (quelle dell’Ania mostrano percentuali leggermente superiori). I dati Ania fotografano anche la differenza tra Roe del ramo Vita e Roe dei rami Danni: in questo modo vediamo che nel 2022 l’indice di redditività è negativo per il ramo Vita, per la prima volta nell’ultimo decennio, meno 1%. E che questo viene compensato dall’ottimo risultato dei rami danni, pari all’8,8%.

Resta il fatto che le elaborazioni di Bankitalia e Ivass, riportate nei Rapporti sulla stabilità finanziaria, indicano comunque un trend. E per le banche il trend è l’uscita dai tanti problemi dell’ultimo decennio. Superato il Roe negativo tra il 2013 e il 2016 (con l’eccezione del 2015). Superata la crisi indotta dalla pandemia nel 2020, con un misero 1,9%. Gli istituti di credito hanno ricominciato a macinare utili nel 2022 (Roe dell’8,7%) e soprattutto nel 2023 (12,3%). E anche il primo trimestre del 2014 marcia nella stessa direzione.

I numeri del Roe mostrano in controluce gli eventi che hanno influenzato e dominato il passato decennio. Tra il 2013 e il 2017 la redditività compressa delle banche era dovuta principalmente alla necessità di ripulire i bilanci dai crediti in sofferenza, mentre i tassi d’interesse arrivavano per la prima volta in zona negativa. Inoltre, anche dopo le pulizie di bilancio i tassi erano rimasti molto bassi. Per le banche la capacità di fare profitti adeguati era messa in dubbio. Tutto questo mentre le compagnie mantenevano un livello di Roe non elevatissimo ma stabilmente situato fra l’8 e il 9%. Le banche stentavano, le assicurazioni invece se la cavavano. La pandemia del 2020 punisce subito la redditività delle banche, con un Roe sceso all’1,9%. Per le compagnie, invece, anno buono: meno persone in giro e meno incidenti, che fanno crollare i sinistri e maggiori risparmi che agenti e consulenti sfruttano per vendere più polizze di risparmio. Ma poi le cose cambiano: dal 2021 l’impatto sulle banche della pandemia viene sterilizzato da alcuni fattori: garanzie pubbliche sui prestiti e di conseguenza maggior sostegno all’economia, inondazione di liquidità da parte della Bce.

Il 2022 è l’anno della svolta: il repentino aumento dei tassi galvanizza le banche, che passano a un Roe dell’8,7%, ed è già sorpasso – con tutti i limiti della confrontabilità – sulle compagnie, scese al 3,2% e in preda alla più grave crisi del comparto vita, avviata dal caso Eurovita e con la fuga dei risparmiatori dalle polizze, abbandonate per comprare i più remunerativi titoli di Stato.

Nel 2023 le banche raggiungono il top della redditività: i tassi, ancora alti, permettono di fare profitti con il margine d’interesse, ovvero la differenza tra interessi attivi e passivi sui prestiti a imprese e famiglie. Ma anche le compagnie tornano sorprendentemente a essere redditizie nel 2023. Ciò, secondo i tecnici, dipende da due fattori.

Il primo, come scrive la Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria, è che è stata data facoltà alle compagnie di sospendere temporaneamente gli effetti nella contabilità delle minusvalenze derivanti dall’aumento dei tassi. Secondo, nel 2023 le compagnie hanno pian piano fatto incetta di nuovi bond governativi italiani a tassi più elevati, ciò che ha accresciuto la loro redditività. «Quello assicurativo – dice Giuseppe Corvino, docente di Insurance management alla Bocconi – è un settore solido. Dopo Eurovita molti hanno pensato che fosse a rischio, ma non era vero. Nel caso Eurovita erano disallineati gli interessi dei distributori rispetto a quello dei produttori, se invece sono allineati non c’è problema». Mentre il comparto Danni sta crescendo molto.

Che succederà con il prossimo calo dei tassi? Le compagnie andranno alla grande, con la rivalutazione dei titoli di Stato in stock. Per le banche il Roe potrebbe scendere un po’. «Ma gli istituti di credito – dice Maurizio Primanni, CEO di Excellence Consulting – stanno da tempo puntando sulle commissioni: più polizze vita e assicurazioni, più fondi, più consulenza a pagamento, più servizi. E quindi probabile che possano mantenere un buon livello di Roe».

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Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

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