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Navigare il cambiamento nelle organizzazioni: bussola alla mano

di Elisa Monetti, Senior Training Specialist in Excellence Education

Immaginiamo di camminare in una strada familiare, una di quelle percorse decine di volte, e di trovarci improvvisamente una nuova insegna su un negozio, mai vista prima…

“Ma da quando è cambiato?”

Episodi come questo fanno parte del vissuto della gran parte di noi e ci aiutano a focalizzare un concetto fondamentale per il mondo delle aziende di oggi: l’unica cosa veramente certa nel nostro futuro è il cambiamento.

Il concetto di change management esiste da sempre, ha accompagnato l’umanità attraverso tutte le sue più grandi rivoluzioni dall’invenzione della scrittura a quella dei computer e dell’intelligenza artificiale. Mai come negli ultimi anni, tuttavia, questi cambiamenti si sono fatti frequenti e strategici.

Come possono le organizzazioni attraversare positivamente i cambiamenti?

Vediamo insieme alcuni consigli pratici, quattro punti cardinali utili a una buona navigazione del change management.

  1. Identificare il problema

Qualsiasi cambiamento nasce da una situazione iniziale che, sia per ragioni estrinseche sia per ragioni interne, manifesta un problema.

Identificare questo problema è il primo e fondamentale compito del change management: qualsiasi soluzione che non abbia dedicato sufficiente tempo alla ricerca dei problemi è, con ogni probabilità, inefficace.

La prima risposta raramente è quella corretta e quasi mai è quella completa.

Per identificare correttamente un problema è fondamentale una ricerca approfondita, che si fondi su dialogo e ascolto delle persone e analisi dei processi.

Nel mondo delle organizzazioni i problemi sono molto spesso ramificati e connessi tra loro: è fondamentale creare una mappa più possibile precisa. Solo basandosi su questala navigazione verso la soluzione potrà essere efficace.

  • Basare il cambiamento sulle persone prima che sulla tecnologia

Le “soluzioni tecnologiche” al giorno d’oggi fioriscono e si moltiplicano con una rapidità senza precedenti. Si tratta di strumenti certamente utili, insostituibili in molti casi, ma non dobbiamo illuderci che, da soli possano guidare il cambiamento.

Le organizzazioni sono innanzitutto un insieme di persone che si avvale della tecnologia per raggiungere degli obiettivi.

Allo stesso modo, il processo di change management dev’essere innanzitutto fatto dalle persone, pur con tutti i supporti tecnologici utili alla causa.

Basare il cambiamento sulle persone significa innanzitutto definire dei ruoli: chi è al timone, chi ai remi, chi alle vele, e così via.

Ruoli che, tuttavia, è essenziale rimangano in dialogo tra di loro: il dialogo e ascolto restano, come nella fase di identificazione del problema, i primi parametri per monitorare la rotta.

  • Definire dei comportamenti

Capita a volte che una chiara visione del problema combinata con un coinvolgimento a 360° delle risorse non porti ai cambiamenti sperati.

La ragione di questo scostamento può essere identificata in una mancata mappatura dei comportamenti. Quello che, a livello di leadership, è un piano d’azione di change management, nella vita quotidiana dell’organizzazione deve tradursi in azioni concrete che, se non definite con chiarezza, rischiano di non essere corali e di diluire così il proprio impatto.

È bene che la leadership cali il suo piano d’azione in concreti “cosa”, “come” e “perché”. Solo in questo modo lo sforzo di tutti remerà nella medesima direzione e permetterà di raggiungere prima e meglio il successo.

  • Accogliere le resistenze

Il fatto che il cambiamento sia inevitabile non lo rende comunque sempre desiderabile.

Come esseri umani tante volte sentiamo un’istintiva resistenza alle situazioni quando cambiano: l’adattamento costa fatica, coraggio ed impegno personale.

La resistenza al cambiamento è naturale, tanto più quando questo è imposto dall’esterno.

Per evitare che questa paralizzi il processo e blocchi l’evoluzione sono fondamentali due fattori:

  • spiegare chiaramente il piano d’azione verso il cambiamento fugando ogni eventuale dubbio circa la sua necessità e il suo potenziale d’impatto
  • mantenere tutti coinvolti per far sì che coloro che hanno delle resistenze non vengano isolati, ma al contrario, possano diventare parte attiva dell’evoluzione.

Nel mondo delle organizzazioni il cambiamento è certo, quello che non è sempre certo è il successo delle strategie di change management messe in atto per attraversarlo, ma rimane vero che guidati da una bussola efficace sarà più sicuro il viaggio verso la meta.

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Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Segnalazione

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