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Pagamenti in Italia: dal primato della carta di debito alla nuova sfida dei Digital Wallet

di Andrea Gnetti, CEO di Excellence Payments

Il 26 maggio, la Banca d’Italia ha pubblicato il primo dei due report annuali dal titolo “Sistema dei Pagamenti”, contenente i dati sull’utilizzo dei servizi e degli strumenti di pagamento da parte di famiglie e imprese, forniti da soggetti bancari e non bancari. I dati confermano i trend osservati nel 2023. Continua, anche se a un ritmo rallentato, la crescita del transato con carte di pagamento (debito, credito, prepagate o strumenti ad esse connessi). Con circa 112 milioni di carte di pagamento in circolazione, questi strumenti nel 2024 hanno confermato il loro ruolo di leadership nei pagamenti, superando per volumi il contante. Nel 2024 le carte di pagamento hanno rappresentato circa il 73% per numero di pagamenti effettuati con metodi alternativi al contante, con una crescita di circa il 14% rispetto al 2023.

Questo dato è suffragato dal calo dell’utilizzo del contante. Nel 2024 si è registrato un’accelerazione del calo dei prelievi ATM da carte di debito che sono diminuiti per numero di operazioni e volumi di circa il 5,5% e il 3,2% rispetto al 2023 (il calo nel 2023 per entrambi gli indicatori era stato di circa l’1%).

L’osservato speciale, possibile alternativa futura ai circuiti tradizionali di pagamento rimangono i bonifici SCT (SEPA Credit Transfer) istantanei, che hanno registrato nel 2024 — rispetto al 2023 — una crescita del 58,9% in numero e del 51,9% in valore. Nonostante questa crescita, l’incidenza percentuale sul totale dei pagamenti con strumenti diversi dal contante rimane sotto l’1% per numero e volume delle transazioni. Tuttavia, con l’entrata in vigore nel 2025 della regolamentazione che allinea i loro costi a quelli dei bonifici tradizionali, i bonifici istantanei si candidano a diventare un potenziale concorrente per i circuiti di pagamento classici e andranno monitorati con attenzione.

Nonostante l’importante crescita degli ultimi anni, l’Italia con 250,1 operazioni pro capite con strumenti di pagamento alternativi al contante registrate nel 2024, è ancora lontana dalla media dell’area Euro che nel 2023 era pari a 394,5.

Analisi dei trend: la carta di debito si conferma leader nel 2024

Nonostante il 2024 abbia confermato la crescita dei pagamenti digitali, si è assistito a un generale rallentamento dei tassi di crescita dei volumi transati con carte di pagamento. L’incremento del 7,5% registrato nel 2024 è infatti inferiore a quello dell’anno precedente, che era stato dell’11,5%. Questo rallentamento è riconducibile a diversi fattori, tra cui l’indebolimento del quadro macroeconomico e una fisiologica normalizzazione della crescita dopo la forte accelerazione impressa dalla pandemia. Su questa dinamica complessiva pesano, inoltre, le performance eterogenee dei diversi strumenti di pagamento.

Analizzando nel dettaglio le soluzioni di pagamento, il 2024 conferma la tendenza della scelta della carta di debito come strumento di pagamento preferito dagli italiani. I dati sono in linea con quelli del 2023. Questo strumento genera il 59,3% degli importi transati con carte di pagamento, con una crescita di volumi del 9,2% rispetto al 2023, rispetto al +3,4% delle carte di credito e al +7,3% delle carte prepagate.

In merito alle carte prepagate, va sottolineato come, con le carte conto, il prodotto sia assimilabile per una larga parte ad un conto corrente e la carta ad una carta di debito. La crescita di questo prodotto va, quindi, associata a quella delle carte di debito. Nonostante ciò, la spinta dei conti digitali a zero spese ne sta frenando la crescita. Tale affermazione è suffragata dalle dinamiche dello stock di carte prepagate che hanno visto nel 2024 un dato in crescita dell’1,3% rispetto al 2023.

La domanda di carte di credito personali continua ad arretrare: il dato più evidente è il calo del 6,1% delle carte attive registrato nel 2024 rispetto al 2023. Anche i volumi transati, pur registrando una modesta crescita del 3,3%, crescono a un ritmo decisamente inferiore rispetto alle altre tipologie di carte, evidenziando una perdita di terreno dello strumento. Questo fenomeno è anche influenzato dall’andamento del costo del denaro, che impone costi aggiuntivi alle banche che impattano negativamente sulla marginalità del prodotto, che, per i circuiti a 4 parti, ha un limite ai ricavi sul transato dato dalle interchange fee calmierate a 30bps. In questo scenario, la scelta della rateizzazione è la strada principale per rendere questo prodotto redditizio.

Continua invece la crescita delle carte di credito aziendali, dove il “pay later” ha ancora una value proposition interessante unita ad una buona redditività per i Payment Service Provider. Il 2024 ha registrato un aumento del 2,2% di carte attive rispetto al 2023. Anche la spesa media per carta ha mostrato un leggero aumento, passando a 17.342 € nel 2024 dai 17.055 € spesi nel 2023. Questi trend hanno portato il settore a rappresentare il 9,2% in termini di numero di carte di credito attive e il 20,2% del loro transato.

Dalla Carta al Wallet: le nuove dinamiche dei Pagamenti Digitali in Italia

Sebbene l’analisi per tipologia di carta veda il dominio del debito, un trend ancora più importante sta cambiando le abitudini degli italiani: la smaterializzazione della carta stessa all’interno dello smartphone. Si sta assistendo a un cambiamento di paradigma che sposta l’attenzione dal tipo di carta fisica all’esperienza di pagamento digitale via telefono. La crescente abitudine a pagare con lo smartphone sta rendendo meno rilevanti le analisi basate sulla distinzione tra carte di debito, credito o prepagate. Di fatto, la scelta dello strumento avviene a livello di Wallet o di singola APP.

Un indicatore chiave di questa trasformazione è la crescita esponenziale dei pagamenti effettuati tramite smartphone e dispositivi indossabili in negozio, che nel 2024 hanno registrato, secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, un aumento del +53% in termini di valore transato. Questa dinamica ha portato i pagamenti via cellulare e wearable a raggiungere un’incidenza sempre più rilevante: secondo la stessa fonte, rappresentano oggi il 9,8% del valore totale dei pagamenti digitali in Italia e ben il 13,3% del transato digitale nei punti vendita fisici.

Di conseguenza, per gli emittenti si aprono due fronti strategici. Il primo, di natura difensiva, consiste nell’assicurarsi che la propria carta diventi quella predefinita all’interno dei Wallet di terze parti. La seconda via, più ambiziosa, è quella di creare un proprio Wallet proprietario. Questa strategia, perseguita da attori fintech come PayPal o Curve, mira a controllare l’intera esperienza del cliente, arricchendola con servizi a valore aggiunto (come programmi fedeltà, gestione delle spese, soluzioni di credito istantaneo) per non essere disintermediati e mantenere un rapporto diretto e continuativo con l’utente.

In questo scenario, la carta di pagamento, fisica o virtuale, non scompare ma evolve il suo ruolo, trasformandosi da semplice strumento a mezzo abilitante di un’esperienza digitale più ampia. L’analisi del mercato, pertanto, non può più limitarsi a contare le carte nel portafoglio fisico, ma deve valutare quali piattaforme e app riescono a conquistare la fiducia e le abitudini dei consumatori, diventando i nuovi punti di accesso privilegiati all’intero mondo dei servizi finanziari e di acquisto.

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Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Segnalazione

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