Articoli

Educazione finanziaria: una questione di responsabilità

a cura di Gianni Minetti, Manager di Excellence Education


Che cos’è l’educazione finanziaria e perché è così importante

Ormai da diversi anni Ottobre è il mese dedicato all’educazione finanziaria, ovvero il mese dedicato alla conoscenza, allo studio e all’approfondimento dei principali elementi che caratterizzano la sfera economica e finanziaria del mondo in cui viviamo.

L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) definisce l’educazione finanziaria come:

…un processo attraverso il quale gli investitori migliorano la propria capacità di comprensione dei concetti e dei  prodotti finanziari attraverso l’informazione, l’istruzione e/o i consigli, con l’obiettivo di sviluppare le competenze e le abilità per diventare più consapevoli dei rischi e delle opportunità finanziarie, per effettuare delle scelte più consapevoli, per sapere dove andare per chiedere aiuto e per adottare altre azioni efficaci al fine di migliorare il proprio benessere finanziario

Questa materia, e più in generale il grado di alfabetizzazione dei cittadini su elementi tipici della finanza e dell’economia, è sempre di grande attualità. La rilevanza di questa tematica risiede nel fatto che la complessità del mondo in cui viviamo è sicuramente aumentata rispetto a qualche decennio fa e di conseguenza anche tutto quell’insieme di scelte economico-finanziarie a cui un cittadino è chiamato a rispondere. A questo, tuttavia, non è corrisposta una maggiore diffusione tra i cittadini di conoscenze e competenze del settore. Anche se può sembrare un’esagerazione, muoversi in maniera non consapevole nel contesto finanziario può avere conseguenze significative sulla vita del singolo e sull’intero sistema economico nazionale e internazionale.

L’educazione economico-finanziaria, infatti, influenza molto la stabilità e lo sviluppo socio-culturale di un Paese: una maggiore capacità critica consente infatti di effettuare scelte consapevoli e più efficaci.

La situazione in Italia

Pictet, la società svizzera di Asset Management, ha pubblicato il 4 ottobre 2022 l’”Osservatorio internazionale EduFin Pictet: la finanza secondo le nuove generazioni”. Gli esperti hanno intervistato 5.000 individui suddivisi in 2.500 investitori finali (segmentati per tipologia ed entità del patrimonio finanziario) e 2.500 non investitori (tra studenti e risparmiatori italiani over 30).

I risultati mostrano che rispetto al 2021, cresce di oltre 5 punti percentuali il campione di persone che dichiarano di essere molto o abbastanza interessate al mondo della finanza (2021: 76% vs 2022: 82%). Così come cresce la percentuale di coloro che dichiarano di avere una buona conoscenza di tematiche finanziarie, ma anche ammette di aver voglia di aumentarla, fenomeno quest’ultimo in aumento soprattutto tra gli studenti under 18.

La ricerca svela gli obiettivi per cui sarebbe opportuno aumentare la propria educazione finanziaria, ovvero: per realizzare i propri progetti di vita e imparare a risparmiare (obiettivo evidenziato maggiormente da donne e da giovani) e per apprendere come investire il proprio risparmio (elemento enfatizzato maggiormente dagli uomini).

Il campione coinvolto nell’Osservatorio Pictet individua, inoltre, i principali ostacoli al raggiungimento di un buon livello di educazione su tematiche finanziarie ed economiche: in primis, la difficoltà di apprendimento sembra essere dovuta alla complessità della materia. Una secondo ostacolo che emerge dalla ricerca è la scarsità dei contenuti. In altre parole: non solo la materia è difficile, ma non si trovano materiali idonei da studiare. Rispetto al 2021 cresce quindi la sensazione di non riuscire a reperire informazioni di educazione finanziaria (+2%) anche come conseguenza dell’aumentato interesse per la materia.

Il campione, e in particolare i giovani, dichiarano che preferirebbero ricevere educazione finanziaria mediante i social network (WhatsApp, Facebook, Instagram). Cresce il ricorso a webinar mentre cala la carta stampata per tutto il campione coinvolto nella ricerca.

Dalla ricerca emerge inoltre che solo un terzo del campione si riserva uno spazio in modo regolare e metodico da dedicare all’approfondimento di tematiche finanziarie, mentre la parte restante dichiara di farlo solo in occasione di eventi eccezionali.

Infine, l’Osservatorio rivela un’ulteriore e importante informazione in merito ai soggetti a cui spetta l’onore e l’onere di educare sui concetti di finanza ed economia. La totalità del campione riconosce infatti la responsabilità di questa attività allo Stato, alle istituzioni di settore, in particolare a Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) e a Banca d’Italia, nonché a insegnanti e docenti nelle scuole e nelle università.

Una scelta responsabile

L’apprendimento “coercitivo” dei principi ed elementi base del mondo della finanza potrebbe essere la soluzione più rapida, ma probabilmente non la più efficace. L’approccio più lungimirante è allora un appello alla responsabilità che deve riguardare ognuno di noi.

Al pari di altre tematiche degli anni passati, come l’attenzione al tema della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente, anche per l’educazione finanziaria è giusto chiamare all’impegno. Un impegno piccolo, supportato anche dalla sempre maggior disponibilità di contenuti in varie forme sui canali istituzionali e non, sulla tv, su internet e sui social. Perché oggi, sebbene non ancora diffuse e istituzionalizzate come vorremmo, sono numerose le occasioni in cui ciascuno di noi può scegliere di occuparsi della propria educazione finanziaria.

E quando si pensa che il contributo di una singola persona non possa avere degli effetti sul sistema economico-finanziario globale, ricordate che un solo chicco di riso può sbilanciare i piatti di una bilancia. È una questione di responsabilità.

Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Segnalazione

(*) Campi obbligatori