Di Andrea Bergonzi, Data Scientist di Dataskills
Nei nostri precedenti articoli abbiamo parlato di come una tecnologia rivoluzionaria come l’Intelligenza Artificiale sia destinata a plasmare il futuro di settori tra loro anche molto differenti, quali ad esempio l’arte, il Food & Beverage, lo sport e persino la salvaguardia della fauna selvatica.
In considerazione della flessibilità insita nell’AI e della sua innata capacità di adattarsi alle esigenze delle industrie più diverse, non sorprende quindi scoprire che anche quella militare ne sarà condizionata – e che il settore della Difesa ha già da tempo adottato l’Artificial Intelligence per molteplici processi.
Come riportato da un interessante dossier pubblicato sul tema dal colosso Deloitte, “l’introduzione dell’AI può portare profondi cambiamenti ai governi, incluso il miglioramento dell’esperienza del cittadino, quello della prosperità economica e della pubblica sicurezza. Di riflesso, Paesi e governi di tutto il mondo stanno rapidamente abbracciando questa tecnologia.”
Tale rivoluzione tecnologica si riverbererà in essenzialmente tutti gli ambiti della cosiddetta “defense and security” – eserciti, polizia, sicurezza transfrontaliera – sotto molteplici punti di vista: da quello del rilevamento (raccogliendo e analizzando elevate quantità di dati e informazioni) fino alla pianificazione (per anticipare eventi con l’ausilio di Big Data e Machine Learning), dalle operazioni sul campo (per offrire insight in tempo reale che aumentano il potenziale di successo delle missioni e delle indagini o per individuare più facilmente attività sospette) fino alle funzioni di supporto (ottimizzando i budget, facilitando i processi di selezione e formazione del personale, automatizzando le operazioni ripetitive).
In linea generale, lo spettro delle opportunità di applicazione dell’AI nel settore della Difesa e della Sicurezza è davvero molto ampio: la proliferazione di dati prodotti e raccolti permette infatti, già da sola, un approccio decisamente più olistico rispetto allo stato di qualunque tipo di operazione militare o di polizia, specialmente se paragonato al passato. E questo non è certamente il solo aspetto da considerare: il Machine Learning e le reti neurali offriranno un supporto cruciale nelle operazioni più “muscolari”, i veicoli autonomi che utilizzano l’Intelligenza Artificiale potranno prendersi carico di attività pericolose, l’automazione potrà snellire i processi burocratici e, soprattutto, la collaborazione uomo-macchina permetterà di annullare le attività che distraggono dagli obiettivi.
Uno scenario complesso e multisfaccettato, che cercheremo di scomporre e sintetizzare in modo più ordinato nei paragrafi a seguire.
Intelligenza Artificiale e Difesa: stanziamenti importanti con molteplici obiettivi
Per capire in che modo l’Intelligenza Artificiale plasmerà il futuro del settore militare bisogna prima di tutto ricordare cos’è la Defense Technology, ad essa strettamente legata. Si definisce in questo modo l’impiego della tecnologia per scopi militari, bellici, di difesa e di sicurezza.
Per quanto riguarda invece le statistiche, un recente articolo pubblicato da NSTXL parla di investimenti pari addirittura a 874 milioni di dollari in tecnologie militari e di difesa legate all’AI e al Machine Learning da parte del Dipartimento della Difesa americano. A questi vanno sommati i 2,3 miliardi dollari di budget stanziati dal Pentagono per finanziare la ricerca scientifica e tecnologica specificamente legata all’AI militare. Gli obiettivi di questi investimenti sono molteplici: miglioramento delle armi informatiche, sviluppo della tecnologia ipersonica e di veicoli driver-free, incremento della reattività operativa e molto altro ancora.
Sono segnali importanti, che indicano senza alcun dubbio che l’AI è destinata a cambiare profondamente l’idea stessa della guerra.
L’Intelligenza Artificiale plasma il futuro delle tecnologie di difesa (e cambia il volto dei conflitti bellici)
Quando diciamo che l’Intelligenza Artificiale plasma il futuro delle tecnologie di difesa e gli scenari di guerra, non ci riferiamo soltanto al futuro, ma anche al presente!
In ambito militare, l’AI è già oggi incorporata in diverse operazioni che consentono di migliorare le performance dei corpi armati, per esempio sviluppando la collaborazione uomo-macchina al fine di favorire processi decisionali più rapidi, precisi e corretti; utilizzando droni per ricognizioni, analisi dei luoghi e nel riconoscimento dei target; ottimizzando la logistica e le attività amministrative; rilevando tempestivamente potenziali minacce; strutturando meglio le fasi di training dei soldati e, ovviamente, massimizzando la sicurezza informatica.
AI e reclutamento in ambito militare
Nella fase di reclutamento, l’AI migliora i processi di selezione permettendo di individuare più facilmente i candidati più qualificati per le varie mansioni dell’esercito.
Un esempio di applicazione pratica in tal senso è la chatbot del sito dell’esercito statunitense che, da qualche tempo a questa parte, mette a disposizione anche una versione femminile. La ragione è semplice: l’analisi dei dati raccolti ha permesso di scoprire che, dei 2,5 milioni di utenti che visitano mensilmente il sito web dello US Army, ben il 35% sono donne.
AI e addestramento del personale militare
Nell’ambito dell’addestramento militare, l’Intelligenza Artificiale è uno strumento potentissimo che offre l’opportunità di strutturare training personalizzati e basati su modelli affidabili a soldati e personale militare di vario tipo.
Può essere impiegata anche per creare simulazioni belliche che, progressivamente, diventano sempre più ingaggianti e realistiche, consentendo una preparazione a scenari di guerra reali imparagonabile a qualunque addestramento del passato.
L’AI sul campo di battaglia per neutralizzare le minacce e ridurre il rischio di perdita di vite umane
E una volta arrivati sul vero campo di battaglia, ovviamente un ambiente caratterizzato da estremo pericolo, l’Artificial Intelligence può mitigare alcune minacce e tenere più al sicuro le persone.
Come? Identificando i pericoli più rapidamente di quanto potrebbe fare il personale umano, guidando le truppe nella loro corretta gestione, e inviando veicoli terrestri o aerei muniti di sensori intelligenti per ridurre ulteriormente il rischio per la vita umana.
Alla difesa dei soldati sul campo va poi associata quella dalle minacce informatiche, caratterizzate da un potenziale offensivo estremo quando relative all’ambito della difesa. Un attacco informatico in uno scenario di guerra può avere conseguenze catastrofiche e, di riflesso, sono sempre più numerosi gli eserciti che utilizzano l’AI per ricercare le tecnologie di sicurezza informatica più adatte alla protezione del personale militare e delle sue reti di comunicazione.
L’obiettivo è ovviamente evitare l’accesso indesiderato a dati critici per la riuscita delle missioni, ma anche raccogliere informazioni in merito alle minacce così da riconoscerne gli schemi e creare rapidamente strumenti di contrattacco.
AI e logistica militare
Vogliamo poi offrire qualche riflessione sull’impiego dell’Artificial Intelligence nell’ambito della logistica militare e, più specificamente, dei trasporti in combattimento.
Come è noto a tutti, in un contesto bellico i soldati si spostano sul territorio – spesso almeno in parte inesplorato – a bordo di veicoli di terra, acqua o aria. I veicoli privi di conducente guidati da sistemi basati sull’AI permettono un minore coinvolgimento dell’essere umano e, soprattutto nelle fasi esplorative, una riduzione sistematica del rischio. In seconda battuta, producono dati precisi in merito ai luoghi per rendere più efficaci le attività di pattugliamento, combattimento e difesa.
Le armi autonome dotate di intelligenza artificiale possono anche lanciare assalti coordinati senza l’esigenza che siano presenti sul campo soldati in carne e ossa. In questo senso, l’AI si dimostra estremamente indicata anche per il riconoscimento di bersagli in condizioni di combattimento particolarmente difficoltose, offrendo una posizione precisa del target e tracciando gli obiettivi.
Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella sanità di guerra
Infine, non va dimenticato il ruolo che questa tecnologia gioca e giocherà nella sanità di guerra: come è facile comprendere, qualunque conflitto bellico è fortemente interconnesso all’esigenza di un’assistenza medica rapida, puntuale ed efficiente.
In caso di interventi chirurgici sul campo, l’AI può combinarsi con le RGP (Robotic Ground Platforms), macchine dotate di software, sensori, software e tecnologie che permettono di muoversi nello spazio e interagire con l’ambiente, per operare i feriti. Il tutto, analizzando la storia medica del paziente e fornendo supporto anche alla fase diagnostica e terapeutica.
In tal senso, sarà il mix tra AI e robotica a fare la differenza negli ospedali da campo del futuro.
I dati: l’elemento al cuore dell’AI per la Difesa
Al cuore di tutte le innovazioni che l’AI può apportare al settore della Difesa ci sono sempre i dati, che possono oggi essere raccolti da veicoli operativi a terra così come dalle navi e dagli aerei; e dai soldati impegnati in addestramenti, giochi di guerra, simulazioni belliche virtuali e operazioni sul campo.
I Big Data così ottenuti vengono ulteriormente elaborati e analizzati fino a diventare “pronti all’uso”, sia per garantire maggiore sicurezza oggi che per rimodellare tutti i parametri delle tecnologie militari domani, tutelando le nazioni da minacce di vario tipo.
Ciò significa che, in futuro, avremo guerre meno letali?
Non esiste ancora risposta a questa domanda, se non altro per l’imprevedibilità insita nella natura umana. Quello che di certo sappiamo è che la tecnologia promette di trasformare totalmente la geopolitica bellica e la difesa civile, e che forse lo farà rinforzando soprattutto l’aspetto della deterrenza con massiccio utilizzo di droni di sorveglianza. D’altro canto, esiste anche il rischio che le figure decisionali si affidino gradualmente – e sempre di più – all’AI nel comando e controllo delle armi in funzione della loro velocità di analisi e reattività alle minacce.
Il Dipartimento della Difesa americano sembra esserne consapevole e, non a caso, ha recentemente aggiornato la sua direttiva sui sistemi militari che comportano l’impiego dell’Artificial Intelligence affermando che il giudizio umano dovrà sempre essere utilizzato nel loro sviluppo e dispiegamento.
In definitiva, la tecnologia applicata alla Difesa potrà realmente contribuire in modo positivo alla geopolitica mondiale – per esempio aiutando i decision-maker nella definizione delle priorità degli obiettivi – soltanto fintantoché il personale umano sarà in grado di soppesarne i rischi e adottare le opportune restrizioni alla sua applicazione.
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