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Le cryptovalute finalizzate ai pagamenti in crescita, il resto del mercato arretra

di Andrea Gnetti, Carlo Liotti e Davide Olivieri (CEO, Partner e Associate Manager in Excellence Payments)

Le cryptovalute con funzione primaria di pagamento – ovvero progettate per trasferire valore in modo rapido, diretto e senza intermediari – sono state le uniche a registrare una performance positiva tra marzo 2024 e marzo 2025. All’interno del campione delle prime 100 cryptovalute per capitalizzazione, quella del cluster Pagamenti è cresciuta da 1.473 miliardi a 1.785 miliardi di dollari (+21%), mentre il rendimento medio dei token è passato da 72.351,35 a 82.971,35 dollari (+15%). Il risultato è stato trainato soprattutto da Bitcoin, sostenuto dall’approvazione degli ETF negli Stati Uniti e dal rafforzamento del suo ruolo di bene rifugio digitale. In un contesto di contrazione generale del mercato, le crypto utilizzate come strumento di pagamento si sono distinte per solidità percepita e narrazione semplice, consolidata nel tempo.

L’analisi: cosa abbiamo considerato

L’analisi è stata condotta sulle prime 100 cryptovalute per capitalizzazione al 31 marzo 2024 (fonte: CoinMarketCap.com), con aggiornamento dei risultati al 30 marzo 2025. Le cryptovalute sono state suddivise in sei grandi categorie tematiche.

È importante sottolineare che all’interno di questo campione sono presenti tipologie di asset profondamente diverse – dalle cryptocurrency (token nati come mezzo di scambio o riserva di valore) alle service token (utilizzati per accedere a servizi o funzioni di protocolli), fino ad alcuni casi assimilabili a security token (legati ad asset reali o diritti finanziari) – ciascuna caratterizzata da dinamiche di mercato e driver di apprezzamento specifici. Le performance registrate riflettono quindi non solo l’andamento complessivo del settore, ma anche la natura eterogenea degli asset analizzati: alcuni sono trainati da logiche speculative o narrative finanziarie, altri dall’adozione tecnologica, altri ancora dal contesto normativo o dai rendimenti associati ad asset reali tokenizzati.

Sono state escluse le stablecoin, in quanto non significative per valutare le dinamiche di prezzo e capitalizzazione.
Dall’analisi sono state escluse due criptovalute che, in seguito alla confluenza in altri progetti, sono state delistate dagli exchange.

Per ciascun cluster, è stata calcolata la variazione percentuale della capitalizzazione e il rendimento medio, inteso come variazione del prezzo unitario tra le due date.

Analisi per categoria

Performance positive

  • Pagamenti
    Nel periodo analizzato, questa categoria è stata l’unica a registrare una crescita significativa. La capitalizzazione è passata da 1.473 a 1.785 miliardi di dollari (+21%) e il rendimento medio ha segnato un +15%. Il risultato è stato trainato soprattutto da Bitcoin, spinto dall’approvazione degli ETF spot e da un rinnovato interesse istituzionale.

Va sottolineato che, nonostante l’adozione crescente per finalità transazionali, la principale motivazione di acquisto di questi asset resta in molti casi speculativa. Bitcoin, in particolare, continua a essere considerato da gran parte del mercato come strumento di investimento, più che come valuta di scambio.

  • Exchange Token
    Questi token hanno chiuso l’anno con una capitalizzazione in lieve crescita (+2%) e un rendimento medio stabile (0%). La solidità delle piattaforme sottostanti ha sostenuto il valore dei token, sebbene l’assenza di nuove funzionalità o casi d’uso abbia limitato l’interesse speculativo.

Performance negative

  • Infrastruttura (L1 e L2)
    Queste cryptovalute hanno registrato una contrazione del –43% nella capitalizzazione e un rendimento medio del –51%. La forte concorrenza tra le diverse blockchain e la difficoltà nel tradurre l’innovazione tecnica in valore percepito hanno contribuito a questo declino.
  • DeFi (Finanza Decentralizzata)
    Il cluster DeFi ha subito una perdita del –54% nella capitalizzazione e un rendimento medio del –64%. L’incremento dell’utilizzo non si è tradotto in un aumento del valore dei token, a causa di emissioni eccessive, problemi di governance e modelli economici fragili.
  • Dati, Oracoli & Interoperabilità
    Questo cluster ha visto un calo del –51% nella capitalizzazione e del –57% nel rendimento medio. La mancanza di riconoscimento del valore economico dei token, spesso utilizzati esclusivamente per alimentare l’infrastruttura, ha indebolito la fiducia degli investitori.
  • Community, Gaming & Fan Token
    Categoria più penalizzata, con una diminuzione del –45% nella capitalizzazione e un crollo del rendimento medio del –85%. Dopo un periodo di boom speculativo, molti progetti hanno evidenziato limiti strutturali e una scarsa sostenibilità, portando a una significativa ritirata degli utenti. È utile ricordare che molti di questi progetti non nascono come strumenti di investimento, ma puntano su logiche di intrattenimento, appartenenza o utilità all’interno di ecosistemi digitali.

Conclusione

Il periodo 2024-2025 ha segnato una fase di consolidamento per il mercato delle cryptovalute, con forti differenze tra categorie e un generale rallentamento delle performance rispetto agli anni precedenti. A emergere in positivo è stato soltanto il cluster dei Pagamenti, trainato da Bitcoin, che ha beneficiato di fattori strutturali e istituzionali favorevoli. Tuttavia, anche in questo ambito, l’interesse come asset di investimento continua a prevalere sull’effettivo utilizzo come strumento di pagamento.

Per il resto del mercato, si è trattato di una contrazione fisiologica: un ridimensionamento coerente con la fase di maturazione dell’ecosistema. Progetti con modelli economici fragili, narrative non più credibili o utility poco chiare sono stati progressivamente ridimensionati. Il calo ha riguardato anche settori tecnologicamente strategici, come le infrastrutture e la DeFi, che pur restando centrali faticano a tradurre l’adozione in valore reale per gli investitori.

Il quadro che emerge è quello di un settore che sta gradualmente uscendo dalla fase di entusiasmo generalizzato per entrare in una logica più selettiva, dove solo i progetti capaci di dimostrare valore concreto, sostenibilità e visione a lungo termine avranno spazio per affermarsi.

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Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Segnalazione

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