Le testate di settore, tra cui Il Sole 24 Ore, danno ampio spazio alla nuova ricerca di Excellence Consulting in cui viene evidenziato come le banche reti reggano al grande shock dei tassi, segnando ancora profitti in crescita.
Banche – Nel 2022, la guerra in Europa e l’inflazione record hanno spinto la Bce ad innalzare i tassi di interesse (i BTP sono arrivati a quasi il 10% e bisogna tornare al 2015 per avere rendimenti di oltre il 3,5%), al che è corrisposto l’andamento negativo dei mercati finanziari, con il forte deprezzamento sia del comparto azionario che obbligazionario. Da un lato, come ci si aspettava, i ricavi delle prime cinque banche commerciali (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM, BPER, MPS) sono aumentati per via dei maggiori margini di interesse, raggiungendo quasi 44 Mld di euro, ben oltre i 41,4 del 2015, con un tasso di crescita dal 2021 al 2022 dell’8,1%, mentre il tasso annuo di crescita composto, dal 2015 al 2022, rimane comunque basso, intorno allo 0,9%. Dall’altro lato, i ricavi delle prime cinque reti (Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Allianz Bank), sorprendentemente, reggono bene e addirittura salgono dal 2021 al 2022 di circa uno 0,9%, da 5,56 Mld nel 2021 a 5,61, con in questo caso il tasso annuo di crescita composto, dal 2015 al 2022, che si conferma su livelli elevati, nell’ordine di circa il 6,7%. Lo afferma una ricerca di Excellence Consulting, che analizza l’andamento dei ricavi core (margine di interesse più commissioni nette, al netto di componenti di ricavi straordinarie) negli ultimi sette anni, dal 2015 al 2022, delle prime cinque banche sia tra le commerciali che le reti.
Nel dettaglio dello studio, circa le commerciali (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM, BPER, MPS), i ricavi core passano da 41,41 Mld nel 2015 a 39,24 (2016), 38,09 (2017), 40,10 (2018), 37,86 (2019), 37,82 (2020), 40,70 (2021) fino a toccare i 43,98 nel 2022. Da sottolineare in positivo la capacità che hanno dimostrato le banche commerciali di contenere la perdita dei ricavi sulle commissioni nette, mantenendo un livello di ricavi intorno ai 18,4 Mld, erano 15,8 nel 2015. La perdita tra il 2021 e il 2022 è sostanzialmente limitata, solo il 3,6%, anche grazie a un’incidenza della raccolta indiretta su quella totale per le banche commerciali ancora contenuta, intorno al 42%.
Quanto alle cinque reti oggetto del lavoro (Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Allianz Bank), i ricavi core vanno da 3,57 miliardi (2015) a 3,76 (2016), 4,07 (2017), 4,08 (2018), 4,83 (2019), 4,70 (2020), 5,56 (2021), 5,61 (2022). Da segnalare che tali risultati si sono venuti a creare in un contesto dove le reti sono riuscite a compensare una riduzione delle commissioni nette di oltre il 10% (da 4,70 Mld nel 21 a 4,22 nel 22), dovuta ad una maggiore incidenza per loro della raccolta indiretta sulla raccolta totale e pari ad oltre 82%, attraverso un aumento più che proporzionale del margine di interesse da 0,86 Mld nel 21 a 1,39 nel 22.
Da ultimo, da evidenziare per le Reti anche la continua crescita della customer base che nel 2022 raggiunge circa quattro milioni di clienti in totale, ancora lontani dal dato di oltre 47 milioni di clienti delle banche commerciali, ma con tasso di crescita annuo composto che per le reti dal 2015 al 2022 rimane positivo e pari a oltre il 4%, mentre per le banche commerciali, malgrado l’inversione di tendenza segnata nel 2022 (+3,2%), si conferma negativo nell’ordine di un -2,3%.
“L’ampliamento dei ricavi delle banche commerciali – afferma Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting -, alla luce del fatto che negli anni presi in considerazione dallo studio ci sono stati dei processi di accorpamento, dall’acquisizione di UBI da parte di intesa Sanpaolo e BPER e quella di Carige da parte di BPER per citare le ultime due, è significativo ma non tale da cambiare la view sulle esigenze strategiche del sistema delle banche commerciali. Infatti, la crescita dei ricavi è dovuta soprattutto all’incremento del margine di interesse, che nel 2022 (25,6 Mld) torna ai livelli del 2015 (25,57 Mld), e pertanto è direttamente correlata con l’andamento dei tassi di interesse che nel medio periodo è previsto in riallineamento verso il basso.”
“Il dato delle reti – spiega Primanni – è stato determinato dalla capacità che hanno dimostrato di saper migliorare la componente di ricavi da margine di interesse, che dal 2021 e il 2022 si sono accresciuti di oltre il 60%, da 0,86 Mld a 1,39 (+0,53%). Tale crescita ha più che compensato la perdita di ricavi che le reti hanno registrato nella componente delle commissioni nette, che è stata influenzata dal cattivo andamento dei mercati finanziari e che già nel breve termine, nell’ipotesi di riavvio della fase di ripresa dei mercati, potrebbe registrare un’inversione di trend. Da evidenziare, infine, come l’incremento dei tassi abbia consentito alle banche commerciali anche di invertire il trend sull’evoluzione della customer base, che dal 21 al 22 cresce del 3,2%, mantenendo comunque un tasso annuo di crescita composto tra il 15 e il 22 che rimane negativo. All’opposto, la customer base delle banche reti mostra una tendenza stabile di crescita della clientela nell’ordine di circa un 4% all’anno, con i clienti delle prime cinque che dal 2015 al 2022 sono saliti da tre a quattro milioni.”
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