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“La malattia delle polizze vita messe alle corde dai tassi alti” – lo studio di Excellence Consulting su ‘Affari e Finanza’

Articolo di Adriano Bonafede pubblicato il 28/08/2023 su Affari e Finanza, l’inserto di Repubblica

I rendimenti del ramo primo, quello con la garanzia del capitale, non hanno retto alla concorrenza dei Btp. E ora le compagnie studiano prodotti più redditizi.

C’è una simulazione che gira più o meno clandestinamente fra le compagnie di assicurazione e che le fa stare col fiato sospeso. Si tratta del dato sulla raccolta netta dei premi vita (premi meno pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri). Questa è stata costantemente in calo negli ultimi anni, passando dai 43,7 miliardi di euro del 2014 ai 15,4 miliardi del 2022. Già questo andamento sarebbe motivo di preoccupazione, ma è la simulazione su uno scenario “inerziale” dei successivi tre anni, dal 2023 al 2026 – effettuata da Excellence Consulting su dati Ivass – a far correre un brivido: se non intervengono fattori nuovi e il trend resta lo stesso, nel 2026 la raccolta netta potrebbe diventare stabilmente negativa (nel I trimestre del 2023 è già accaduto).

Ciò significa che lo stock delle polizze vita potrebbe cominciare a scendere, e questo non si è mai visto finora. Ovviamente questa è una simulazione che molto difficilmente si realizzerà, visto che le compagnie si stanno già muovendo per creare nuovi e più allettanti prodotti vita per i risparmiatori, come dimostra l’attivismo dell’ultimo anno. Mentre potrebbe presto cambiare lo scenario dei tassi e dei mercati, che hanno influenzato entrambi negativamente la vendita di polizze vita. Ma non c’è dubbio che il 2022 e anche questa prima metà del 2023 hanno messo a dura prova le compagnie nella vendita dei prodotti di risparmio. La raccolta totale dei premi vita (includendo anche malattia ramo IV e fondi pensione aperti) è passata dai 105,9 miliardi di euro del 2021 ai 94,2 del 2022, secondo i dati Ivass. E nei primi cinque mesi del 2023 si è assistito a un ulteriore calo: l’Ania, l’associazione delle imprese del settore, ha segnalato un meno 7,7% sullo stesso periodo del 2022. La malattia del ramo Vita sembra coincidere in gran parte con l’improvvisa impennata dei tassi, che ha reso palesemente obsolete le polizze “rivalutabili” (Ramo I), la stragrande maggioranza. Queste offrivano un rendimento garantito pari a zero o a volte poco di più, retaggio di un lungo periodo in cui i tassi sono stati a zero o sottozero. Anche i rendimenti effettivamente erogati sono rimasti su livelli estremamente bassi.. Va ricordato che le polizze di Ramo I hanno come sottostante perlopiù titoli di Stato o corporate bond di primarie società.

Dopo il rapido rialzo dei tassi, i Btp possono offrire anche il 4%. Così molti clienti hanno ben pensato di fare uno switch fra le vecchie polizze e i semplici Btp. Agevolati, in questo passaggio, dalla mancanza di penalizzazioni per l’uscita anticipata. È pur vero che via via che incorporano i nuovi Btp ad alto rendimento, anche le vecchie polizze di Ramo I tendono ad aumentare i rendimenti effettivi (quelli garantiti restano fermi), ma ci vuole molto tempo. Uscire è quindi una tentazione irresistibile. L’aumento dei tassi si è accompagnato anche a una crisi dei mercati finanziari. Ciò ha colpito, con una minore raccolta lorda (senza contare quindi i riscatti), anche le altre polizze vita, quelle di Ramo III, i cui sottostanti sono fondi d’investimento e che negli ultimi anni avevano avuto un boom culminato nel 2021 con 39,8 miliardi di raccolta contro i 63,5 del Ramo I. Nel 2022 la nuova raccolta è scesa a 28,9 miliardi, contro la leggera discesa del Ramo I a 61,9 miliardi. Conclusione: le polizze vita sono finite in una tempesta perfetta.

La crisi delle polizze vita non ha riguardato soltanto le compagnie ma ha investito anche le banche e le reti di consulenti finanziari che si sono ritrovare a gestire molte richieste dì riscatto. Banche e reti (quasi tutte collegate a banche) rappresentano i tre quarti delle vendite e hanno dovuto assistere a un forte deflusso. In più, i nuovi contratti sono drasticamente scesi. Minori fughe di risparmiatori, mostrano gli esperti, si sono però avute quando le banche e i promotori facevano parte di un “sistema integrato” dove è presente anche la compagnia d’assicurazione. Ad esempio in Intesa Sanpaolo, in Banca Mediolanum o in Poste, dove il deflusso dalle polizze vita è stato meno marcato.

A resistere meglio alle richieste di riscatto sono stati in un primo tempo gli agenti assicurativi. «Ma nel 2023 – nota Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting – anche gli agenti hanno dovuto sopportare un calo nella raccolta: nei primi cinque mesi meno 15,3% rispetto al 2022 secondo l’Ania». Le compagnie sono abituate ai cambiamenti nei mercati. E alla fiducia nel futuro, hanno accompagnato anche la creazione di nuovi, più remunerativi, prodotti. All’Ania hanno visto di recente molti quesiti su questioni regolamentari. Ad esempio, sono state create nuove gestioni separate di Ramo I con tassi più elevati, alcune con rendimenti garantiti al 2,7% per alcuni anni. In compenso, viene eliminata la possibilità di uscire quando si vuole senza penalizzazioni. In generale, le compagnie stanno facendo opera di convinzione a rimanere sulle vecchie polizze, che col tempo incorporeranno i nuovi Btp al 4%. E comunque, non tutti puntano sulle gestioni di Ramo I. Ad esempio, le compagnie estere in Italia preferiscono quelle di Ramo III. «Anche noi le preferiamo – spiega Edoardo Fontana Rava, direttore Servizi d’investimento e assicurativi di Mediolanum – da anni non abbiamo più il Ramo I».

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Whistleblowing

L’Istituto del “Whistleblowing” è riconosciuto come strumento fondamentale nell’emersione di illeciti; per il suo efficace operare è pero cruciale assicurare una protezione adeguata ed equilibrata ai segnalanti. In tale ottica, al fine di garantire che i soggetti segnalanti siano meglio protetto da ritorsioni e conseguenze negative, e incoraggiare l’utilizzo dello strumento, in Italia è stato approvato il D.Lgs. n.24 del 10 marzo 2023 a recepimento della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni.

Il decreto persegue l’obiettivo di rafforzare la tutela giuridica delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o europee, che ledono gli interessi e/o l’integrità dell’ente pubblico o privato di appartenenza, e di cui siano venute a conoscenza nello svolgimento dell’attività lavorativa.

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